Illustrazione di un pettirosso che vola.

Petizione popolare promossa dal CRFF in merito alla realizzazione della logistica in zona via Venezia-Fermi


  • La nostra petizione presentata al Consiglio comunale di Fara Gera d’Adda

Petizione logistica Officine Mak

  • Le nostre osservazioni che ci hanno spinto a realizzare la petizione

Osservazioni Piano attuativo AT2

Le immagini allegate

Area AT2

Proposta ciclabile

Inquadramento logistico di zona

Zona in Venezia Fermi

  • La risposta del Consiglio comunale

Risposta petizione CRFF logistica

 

 


 

 

Risposta ai consiglieri comunale

In merito alla petizione popolare, che si oppone all’approvazione del piano di realizzazione della logistica in zona via Venezia-Fermi a Fara Gera d’Adda, informiamo tutti coloro che l’hanno sostenuta che il Consiglio comunale, nella seduta del 1 febbraio 2024, l’ha respinta e ha appoggiato la scelta della Giunta.

Queste le motivazioni espresse dal Consiglio:

  • l’ambito di trasformazione AT2 era già stato approvato nel 2012 dall’amministrazione Piazzalunga;
  • l’area di 58.000 mq incide solo per lo 0,68% sul totale del verde di Fara, dunque sacrificare una porzione di verde allo sviluppo produttivo è da ritenersi congruo e affine con una visione di salvaguardia del territorio;
  • attraverso una serie di compensazioni si metterà in sicurezza la viabilità della zona interessata.

Ci permettiamo di esprimere il nostro dissenso perché riteniamo che le previsioni urbanistiche stabilite anni fa non devono costituire dei dogmi assoluti; crediamo invece che oggi servano la competenza, la volontà, la lungimiranza, la responsabilità e l’impegno per rimettere in discussione piani obsoleti e previsioni sbagliate. Nel caso di logistiche e quindi di poli produttivi di elevate dimensioni, è assolutamente necessaria una nuova responsabilità politica che permetta di trattare con i soggetti interessati agli insediamenti attraverso una dimensione di zona anziché di singolo Comune, che sappia produrre un maggior peso contrattuale e una maggiore capacità di imporre limiti ed interventi mitigatori e di compensazione.

Secondo i consiglieri non bisogna eccessivamente preoccuparsi perché, a fronte di un’esigua porzione di territorio consumato, verranno conciliati lavoro, benessere e tutela ambientale. Sembrerebbe il raggiungimento di un equilibrio accettabile se non fosse che la realtà in cui viviamo ci mostra uno scenario assai diverso. Il fenomeno del trasferimento di strutture logistiche dalle aree urbane a quelle suburbane è oggetto di crescente attenzione sia da parte del mondo accademico che dei decisori politici. In Lombardia, ai vertici nazionali per il consumo di suolo ed europei per l’inquinamento atmosferico, l’aumento senza regole dei poli logistici e commerciali ha raggiunto un livello esponenziale al di là di ogni ragionevole giustificazione di crescita economica ed occupazionale. Un ritmo incalzante ed insostenibile dovuto senza ombra di dubbio all’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese e di una legge a livello nazionale sul consumo di suolo che fa sì che tali trasformazioni avvengano attraverso varianti o modifiche degli strumenti urbanistici senza una reale pianificazione delle trasformazioni. Tutto ciò descrive molto bene la situazione che ha indotto anche il nostro Comune ad adeguarsi a questo circolo vizioso.
Chiediamo ai nostri amministratori quanto convenga procedere di questo passo e che cosa sarà di questa pianura, a basso costo, nella quale oggi è in arrivo una nuova logistica. Una logistica che si inserirà in un assurdo sistema competitivo dove ogni Comune ne realizza una più grande, più remunerativa, più efficiente del proprio vicino. Che cosa accadrà domani quando arriverà una nuova autostrada? Come risponderemo ai prossimi assalti speculatori? Saremo ancora in grado di difendere il nostro bene comune più prezioso o continueremo a svenderlo, pezzo per pezzo, al miglior offerente?

Sì è poi parlato con enfasi del progetto ciclabile. Sebbene metta in sicurezza una porzione di strada effettivamente pericolosa, l’ex statale 11, sarebbe altresì corretto descrivere il quadro con una maggiore completezza. Perché il Comune non ha ottenuto dal promotore la realizzazione di una ciclabile che colleghi la zona produttiva con il centro abitato di Fara? Bisogna avere l’onestà di ammettere che non rappresenta affatto un beneficio per la comunità. Con la strada provinciale SP 184 bis pericolosa e insicura, difficilmente le persone saranno stimolate a spostarsi col mezzo bici, ovvero quello più idoneo per la salute e per la tanto auspicata transizione ecologica.

Nella loro sentenza i consiglieri si premurano di ringraziare promotori e firmatari della petizione per l’attenzione riposta verso la cura del territorio della bassa padana così gravato dal consumo di suolo. Vorremmo però che tale attenzione sia al centro delle scelte politiche di qualsiasi amministrazione. E non, come oggi, solo a parole.
L’amarezza è tanta perché a perdere siamo tutti, non solo le 87 persone che hanno sostenuto la petizione.

Circolo Ricreativo Familiare Farese


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